Se stai programmando una vacanza in campeggio nel Salento, questo articolo può darti qualche informazione in più sui campeggi tra cui scegliere, i mezzi di trasporto da usare e l’attrezzatura da portare.
Questo articolo è una specie di “diario di bordo” della esperienza di due giovani valtellinesi (io e Nicole, la mia ragazza), mentre nella sezione viaggi verranno presto pubblicati articoli più specifici sul Salento, mirati alla risoluzione di specifici dubbi.
La preparazione
I piani iniziali
Ci eravamo prefissati 7 giorni in un solo campeggio in Salento di puro relax, ma come scoprirai c’è stato un cambio di programma verso il terzo giorno.
Devi inoltre sapere che una delle principali motivazioni che ci hanno spinto a campeggiare in Salento e non a dormire in un appartamento, è stata la volontà di testare della attrezzatura (come tenda, sacchi a pelo) nell’ottica di affrontare un bel più impegnativo trekking di più giorni (magari la Via Francigena? Chissà!).
La scelta del campeggio
Tra le prime cose che ci proponemmo di fare vi era la scelta del campeggio. Perdemmo molto tempo per decidere quale camping in Salento fosse adatto a noi.
Prendemmo in considerazione le seguenti strutture:
- Camping Porto Miggiano
- La Scogliera Camping in Salento
- Santa Maria di Leuca Camping Wellness
- Baia di Gallipoli Camping Resort
- Torre Sabea
Dopo giorni di indecisione scegliemmo il Camping Porto Miggiano (recensione), per la sua semplicità, convenienza e la vicinanza al mare.
L’alternativa che abbiamo considerato era il Camping Resort Baia di Gallipoli, ma offriva un’esperienza di campeggio “troppo poco spartana” per ciò che ci eravamo prefissati inizialmente.
La nostra attrezzatura
Oltre alla canonica attrezzatura (vestiti, cibo, alcune cose specifiche per il mare), dentro due zaini da 65 litri ci abbiamo messo:
Hai portato attrezzatura da trekking in campeggio?
Hai ragione: non ha molto senso, siamo inesperti. Lo sappiamo.
Sul ben più popolare sito internet che parla di escursioni avevamo infatti letto, tra le varie cose, che non era una cosa saggia portare la tenda più bella che si ha in campeggio, siccome questa si può rovinare facilmente. Consapevoli del rischio, lo abbiamo accettato per amor di scienza.
Di questi oggetti, in particolare, seguirà una dettagliata recensione, ma ti anticipo già che la tenda e i sacchi a pelo si sono comportati molto bene, mentre il caricatore solare ci ha un poco deluso.
Il lungo viaggio fino in Salento
Come di consueto siamo giunti fino in Puglia con un treno notte, dormendo nelle cuccette comfort (sconsigliamo di passare la notte sui sedili!). Da Milano a Lecce sono dodici ore di viaggio possono sembrare tante, ma se vi portate da leggere il tempo passa molto velocemente.
Il prezzo del singolo biglietto non è elevato (37 euro), soprattutto se prenotato in anticipo anche di uno o due mesi.
In due l’alternativa più valida era l’aereo, ma a questo andava aggiunto anche il prezzo di bus e navette che ci avrebbero dovuto trasportare da e fino agli aeroporti. Senza contare il discomfort maggiore per il check in e check out.
Prima tappa: Santa Cesarea Terme
In bus impiegammo solo qualche ora per giungere da Lecce e a Santa Cesarea Terme (passando per Maglie). Salento in bus, un servizio attivo solo in estate, rappresenta l’unica opportunità di trasporto per chi non ha un mezzo proprio.
Circa 10 minuti di camminata, carichi come muli, ci distanziavano dal Camping Porto Miggiano.
Quando arrivammo, montammo la tenda e ci tuffammo subito in mare.
La spiaggia, un piccolo lembo di sabbia libera, si apre su una piccola baia con un’acqua tra le più pulite che io abbia mai visto.
Purtroppo il campeggio non aveva un market (anche se ogni tanto passa un fruttivendolo); per fare la spesa dovevamo camminare fino al centro, ma prendemmo la cosa come un’opportunità per essere attivi e guardarci intorno.
La sera Santa Cesarea si anima e, seppur piccola, ha qualche particolarità come il famoso Crepes Zorbas (dotato di una fila lunghissima) o il ristorante e lounge bar Le Terrazze dove consiglio di assaggiare la puccia, un piatto tipico pugliese.
Il secondo giorno decidemmo di fare una gita in barca da 2 ore che ci permise di vedere le grotte della zona, scavate dal carsismo. Tra le altre vanno citate la grotta degli Stracci e la grotta Azzurra.
Il terzo giorno noleggiammo un motorino e visitammo davvero molte luoghi particolari, come la cava di Bauxite e la grotta della Poesia, di cui mi limito a esprimere un giudizio molto positivo siccome già ben descritti da Nicole.
Come già preannunciato, seppur il progetto iniziale era di sostare per 7 giorni, le cose da vedere a Santa Cesarea Terme e dintorni finirono presto, così ci mettemmo nuovamente in marcia con destinazione Gallipoli!
Seconda tappa: Gallipoli
Il Camping Baia di Gallipoli (recensione), molto più vasto e attrezzato, restituisce fin da subito una “sensazione di vacanza” diversa. Diciamo che rispetto al camping a Santa Cesarea questo è in stile molto più classico, in cui vi si possono trovare interi gruppi di ragazzi e ragazze (ma anche famiglie) venute qui per divertirsi.
A pochi passi, anche grazie alle navette gratuite che passano ogni 10 minuti, si può raggiungere la spiaggia Punta della Suina la cui etimologia del nome rimane ancora per me un mistero (sarei grato se qualcuno mi illuminasse!).
Nel camping si possono acquistare i biglietti del bus che, in 15 minuti, vi portano a Gallipoli, città molto vissuta dai turisti, che regala notti magiche anche grazie al suo castello e allo spettacolo di luci che si viene a creare al tramonto.
Il ritorno a casa
Un secondo imprevisto
Per il ritorno avevamo programmato un trekking con amici di 3 giorni lungo Sentiero del Viandante, ma causa mal tempo con rischio frane siamo stati costretti ad annullare.
I nostri amici, che non si arrendono facilmente, non si persero d’animo e in due giorni riuscirono ad imbastire …un’allettante viaggio nella Provenza francese (qui il diario di bordo!).